Un grande maestro sudamericano, due grandi maestri nostrani per una mostra di levatura internazionale. Si tratta di Claroscuro: maestri del fumetto italiano e argentino a confronto, con la straordinaria regia di Roberto Dal Pra’, un’esposizione che ospiterà, in un percorso comune, numerose tavole originali realizzate da Domingo “Cacho” Mandrafina, mostro sacro della historieta sudamericana, e Rodolfo Torti, artista che ha contribuito alla nascita della ricca e variegata scena fumettistica romana. Il tutto con la collaborazione narrativa e testuale di Roberto Dal Prà, sceneggiatore capitolino che con questi due eccezionali cartoonist porta avanti ormai da decenni un rapporto di proficua simbiosi.
Claroscuro – che fa parte degli eventi connessi al Comic(on)OFF, propaggine esterna dell’imminente Napoli COMICON – verrà inaugurata il 29 aprile, alle 16:00 , presso la sede partenopea della Scuola Internazionale di Comics. Saranno presenti Mandrafina in persona – che giunge finalmente per la prima volta in Italia dopo decenni – nonché Torti e Dal Prà, che della storica accademia del fumetto fondata nel 1979 dal disegnatore Dino Caterini sono entrambi direttori artistici. Il dream team sarà inoltre presente, il 2 maggio, alle 17:00, alla Mostra d’Oltremare, per un incontro col pubblico che, attraverso la proiezione di disegni e immagini, ripercorrerà la lunga carriera dei tre autori. Domingo “Cacho” Mandrafina è il rappresentante indiscusso di una generazione di disegnatori di historietas che ha fatto la storia non solo del fumetto argentino e sudamericano, ma anche di quello italiano ed europeo. Come il suo nume tutelare, l’immenso Alberto Breccia, Mandrafina è riuscito a innalzarsi, grazie a un segno grafico forte e carico di vibrazioni e a un impiego tanto massiccio quanto sofisticato di inchiostri, a maestro assoluto del bianco & nero. Da vero fuoriclasse qual è, risulta impossibile inserire Mandrafina in una tendenza o in un genere: il suo realismo sfocia spesso e volentieri nell’espressionismo; sa essere insieme tragico e grottesco, limpido e surreale, comico e angoscioso. Ha collaborato con alcuni tra gli sceneggiatori più significativi che il fumetto mondiale abbia mai espresso, tra i quali Guillermo Saccomanno, Carlos Trillo, Robin Wood. Col primo ha realizzato la dolente ed esistenzialista epopea di Cayenna, incentrata su un ex galeotto che, dopo essere fuggito da un bagno penale, apre un locale dove si addensano, sul modello dei noir francesi, storie di dolore e di sconfitte. Col secondo, ha dato vita a capolavori come Storie mute (deliziosi racconti brevi e privi di dialogo che possono avvalersi della grande capacità recitativa che Mandrafina sa infondere nei personaggi); Frutto acerbo e L’Iguana (in cui il melodramma e la denuncia politica si fondono col realismo magico di Gabriel Garcia Marquez); Peter Kampf lo sapeva (atto d’amore nei confronti del Philip K. Dick de L’uomo nell’Alto castello), Il segugio (dove un laido cacciatore di taglie si aggira in una metropoli futuristica) e Spaghetti Bros. (fumetto che ha anticipato di molti anni i temi e le atmosfere della serie TV I Soprano). Col terzo ha dato vita all’indimenticabile saga poliziesca di Savarese, il cui protagonista, un poliziotto italo-americano dell’FBI impegnato nella lotta al gangsterismo organizzato nell’America degli anni Trenta, è stata una hit assoluta del mercato italiano. Ma uno dei suoi lavori più recenti e apprezzati è proprio con l’italiano Roberto Dal Prà, col quale ha realizzato – su soggetto del compianto Carlos Trillo, scomparso qualche anno fa – La guerra dei maghi, una spy story ucronica ambientata durante i tragici anni del nazismo hitleriano. Dal Prà, dal canto suo, ha sempre avuto il merito, come sceneggiatore, di descrivere più volte, attraverso le sue opere di fiction, tutto l’orrore e la tragedia delle guerre e dei totalitarismi. L’ha fatto con Gli occhi dell’apocalisse – illustrata da un altro argentino di chiara fama, Juan Gimenez – in cui una storia di agghiaccianti fenomeni Esp si dipana sullo sfondo della guerra del Vietnam. E l’ha fatto con tanti lavori disegnati dall’amico Rodolfo Torti, colonna di Martin Mystère, serie di culto della Sergio Bonelli Editore, e della prestigiosa rivista per ragazzi Il Giornalino. Lo dimostrano i racconti di Jan Karta, detective tedesco che si ritrova a condurre le sue indagini a cavallo tra gli anni Venti e Trenta del XX secolo, in una Germania esaltata dalla parabola nazista. Lo dimostra Farfalle colorate, un graphic novel che punta il dito contro l’abominevole commercio d’armi in Africa e, in particolare, delle mine realizzate appositamente per adescare e uccidere o mutilare bambini. Dotato di uno stile veloce e versatile, in cui ogni linea è diretta all’efficacia dello storytelling e all’equilibrio delle tavole, senza concessioni a ornamenti e a orpelli grafici, Torti possiede la capacità di svariare senza alcun problema tra i generi più disparati. È infatti passato dal poliziesco “leggero” di Rosco & Sonny al police procedural di Nick Raider, dalla fantascienza metropolitana di Città eterna (una sorta di Blade Runner ambientato in una Roma del futuro) agli excursus storiografici incentrati sulle vicende dei Cesari. Claroscuro: Maestri del fumetto italiano e argentino a confronto, con la straordinaria regia di Roberto Dal Prà darà quindi l’opportunità agli appassionati di narrativa disegnata di ripercorrere un itinerario storico e artistico unico nel suo genere.