Don Alemanno nasce in terra nuragica nel lontano 1981. Per farlo piangere l’infermiera lo sculacciò, ma a distanza di anni l’unica cosa che ottenne fu una vignetta recapitata a casa, che la ritraeva in pose decisamente equivoche.
I banchi di scuola si dimostrarono terreno fertile per lo sviluppo artistico del giovane Don, che tra una Tartaruga Ninja e un Cavaliere dello Zodiaco, passava l’ora di ricreazione a disegnare, gratis, per i propri compagni. Un giorno uno gli chiese i 5 Samurai ed egli, rifiutatosi perché non intendeva sprecare tutta la ricreazione per elaborare 5 armature diverse, disegnò l’allora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, che imbracciava un piccone. Il compagno di classe rimase molto deluso ma, per puro caso, conservò il disegno. Quel disegno ora con tutta probabilità vale oro, non andateglielo a dire! Per il Don fu l’illuminazione: la satira era la sua missione e, prima o poi, in un futuro lontano, se ne sarebbe reso conto.
E infatti il radioso futuro che meritava si dimostrò essere talmente lontano che, nel corso degli anni, si dedicò ai più disparati lavori: piantò cocomeri in campagna, fece l’agente immobiliare, l’aiuto cuoco, l’infermiere, il sacerdote, il pornoattore, l’astrofischio, il parrucchiere gay e il parrucchiere etero.
Solo nel 2012 decise che i tempi erano maturi: era giunto il momento di dar vita alla sua prima vera Creatura: una fan page sul popolare social network Facebook, chiamata Jenus di Nazareth dove, con sferzante spirito satirico, iniziò a criticare e a sbeffeggiare le malefatte e le maledette del Clero e a rileggere le figure bibliche in chiave 2.0. Don Alemanno deriva il suo nome da un’antica leggenda babilonese, conosciuta in Mesopotamia per avere una terribile caratteristica: chiunque l’avesse raccontata, sarebbe morto per prolasso totale, dopo 19 giorni di atroci sofferenze. Ecco perché, in alternativa, vi diremo che si tratta della sintesi dei termini “Alessandro” + “Mannu”, Alessandro il Grande in sardo. Ma è solo un modo per sviare l’attenzione…