In anteprima per la XIX edizione di Napoli COMICON, domenica 30 aprile alle 13:30 in Auditorium CartooNa, nell’ambito della rassegna CartooNa, Luca Vecchi presenta il suo nuovo progetto, HOOKED. All’incontro sarà presente anche il cast: Roberta Mattei, Irina Mattioli, Valerio Desirò. L’incontro sarà moderato da Gianmaria Tammaro.
In un sistema chiuso privo di informazioni, le circostanze ambientali condizionano la capacità di giudizio. Una ragazza con addosso un abito da sera di fattura scadente trema e sbava convulsa sul ciglio di una strada statale. Sono le quattro di mattina. Ad impedirle di trasformarsi in un irrilevante trafiletto di cronaca locale ci sono solo Luca e Valerio, ma le probabilità di salvare qualcuno dalla morte per abuso di stupefacenti si assottigliano, se quelle sostanze le hai assunte anche tu. Più nello specifico, le probabilità tendono a zero se di quelle sostanze sei strafatto come un goffo e balordo cavallo dopato.
La ragazza abita in periferia. Trascinarcela incosciente ha comportato un dispiegamento coordinato di sforzo fisico e arguzie intellettive francamente sorprendente, se si considera l’infima caratura dei due protagonisti. L’alloggio tuttavia non le appartiene; si scopre che la ragazza lavora come badante di un’anziana signora che scorrazza incauta tra le eleganti e impolverate stanze della sua dimora signorile, animata da quella sincera allegria che solo la demenza senile può regalare. In un sistema chiuso privo di informazioni, la presenza di una montagna di soldi nel cesso della vecchia può condizionare la capacità di giudizio.
Hooked è una black comedy a narrazione seriale. Atmosfere umide, relazioni umane claustrofobiche e dialoghi politicamente scorretti fanno da sfondo ad una vicenda grottesca ed intricata dalle ampie possibilità di sviluppo.
I protagonisti rappresentano per iperboli la marginalità della condizione umana degli attuali trentenni, delineandone quindi emblematicamente i confini: tossicodipendenti disinteressati al proprio futuro, lavoratori frustrati in cerca di gratificazione, extracomunitari in fuga dagli stereotipi.
La scrittura alterna ritmi e stili variegati che – lungi dallo stridere l’uno con l’altro – si completano sinergicamente nella creazione di un immaginario narrativo complesso e realistico, in cui il ruvido slang della strada si fonde efficacemente con un nozionismo farmacologico asettico e di valenza informativa, attenta però a non veicolare una compiaciuta esaltazione della tematica della droga. Hooked sfrutta invece il background dissoluto dei protagonisti per restituirlo allo spettatore in uno storytelling caleidoscopico, impreziosito da trovate estetiche tanto suggestive quanto visionarie.
L’intreccio narrativo ammicca dichiaratamente allo stratagemma del macguffin, incastonando così la storia in un’ambientazione chiusa dai connotati quasi teatrali, nella quale gli attriti caratteriali e le divergenti ambizioni dei protagonisti danno vita ad una sceneggiatura vivace ricca di dialoghi caustici e divertenti.
Combinando un punto di vista abrasivo e sperimentale con una confezione estetica patinata e pop, Hooked si propone come alternativa concreta alla serialità comica italiana, abbandonando i sentieri già collaudati dello storytelling canonico in favore di strade narrative non ancora battute e quindi prive di posti di blocco.