La voce degli invisibili

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Venerdì 4 dicembre alle ore 18:30, in diretta streaming verrà presentato il fumetto La voce degli invisibili, sulle pagine Facebook di EX OPG e COMICON.

Il progetto di volontariato carcerario della Rete di solidarietà popolare è nato a seguito della proiezione del film “Sulla mia pelle”, la vicenda giudiziaria degli abusi di potere su Stefano Cucchi. La proiezione, tenutasi il 16 settembre 2018 all’ Ex Opg ‘Je so pazzo, ha dato il via ad una serie di incontri informativi e di dibattito da cui è nato spontaneamente un gruppo di lavoro che dal 15 marzo 2019 è entrato settimanalmente nella Casa circondariale di Poggioreale, precisamente nel Padiglione Genova, attraverso gli artt. 17 e 78 dell’ordinamento penitenziario.

Sin dalla sua nascita il progetto non ha l’intenzione di sopperire alle mancanze di un’istituzione, bensì di ribaltare l’immaginario collettivo attualmente esistente sulla figura dei reclusi e di combattere l’alienazione cui la detenzione porta. Il percorso attivato si propone di essere canale di coscientizzazione alle tematiche sociali partendo dagli invisibili, da chi per primo subisce sulla propria pelle le contraddizioni di un sistema detentivo malato che tende a disumanizzare chi sbaglia, facendolo divenire la pena stessa.

Chi resiste alla repressione, al malfunzionamento dell’intera istituzione che dovrebbe comprendere ogni aspetto della vita dell’uomo, dall’assistenza sanitaria all’area trattamentale, inevitabilmente subisce una trasformazione. L’80% dei reclusi che entrano a far parte della popolazione penitenziaria non è soggetto alla promessa rieducativa, regolata dall’art. 27 della Costituzione. Quasi inesistenti sono i progetti formativi, i quali permetterebbero l’indirizzamento e la creazione di una possibile opportunità per il reinserimento post pena.

Dunque, la seconda fase del progetto si è rivolta alla creazione di un prodotto che possa dar voce alle problematicità ed alle esigenze delle persone private della libertà, denunciando le criticità del sistema penitenziario nel suo complesso, e svelando dinamiche che troppo spesso vengono celate o ignorate. L’idea del fumetto è nata dalla volontà dei reclusi del Padiglione Genova di raccontare e di farsi portavoce. Questi si sono impegnati nella costruzione delle singole storie, del messaggio da veicolare con esse e nella creazione dei personaggi.

Da qui “La voce degli invisibili”, disegnato da quattro artisti che si sono offerti di collaborare con il gruppo di volontariato, e di incontrare i reclusi per poterli conoscere, ascoltare, e rendere al meglio le sensazioni di chi vive quotidianamente essendo privato della libertà. Si tratta di Kevin Scauri, Maurizio Lacavalla, Jazz (Gianluca Manciola) e Nova, ciascuno dei quali ha disegnato uno dei quattro episodi, dedicati a particolari momenti e situazioni vissute dai reclusi: l’ingresso in carcere, le carenze del sistema sanitario, la mancanza dei propri affetti e l’impossibilità di vivere momenti in famiglia, e infine, la difficoltà del reinserimento post pena. La suggestiva copertina è stata invece disegnata da Pablo Cammello.

Inoltre, hanno collaborato alla stesura di parti del fumetto: l’Associazione Antigone, che da anni lotta per i diritti dei detenuti, Don Franco Esposito, cappellano di Poggioreale, che offre un’alternativa alle persone recluse attraverso l’Associazione Liberi di Volare Onlus, e Daniela Falanga, presidentessa di Arcigay Antinoo Napoli. 

Crediamo fortemente che sia necessario creare un ponte costante tra ciò che avviene all’interno delle mura del carcere e la società esterna, che comprende gli stessi reclusi, e che sia altrettanto necessario ragionare sui diritti che quotidianamente vengono violati nei confronti di coloro che sono reclusi e che hanno sì commesso un reato, ma non per questo devono vedersi violata la loro dignità e la loro umanità in ogni gesto. 

Decidiamo, inoltre, di pubblicare il fumetto proprio adesso perché la pandemia ha accentuato e messo in luce tutte le criticità dei luoghi di reclusione, e gli stessi temi da noi trattati sono stati portati all’esasperazione. Speriamo così di porre l’accento sugli istituti penitenziari, e sulla necessità di intervenire incisivamente su essi in questo momento di emergenza, prima che sia troppo tardi.