COMIC(ON)OFF e l’Ordine dei Giornalisti della Campania celebrano Riccardo Marassi, uno dei più noti autori di satira politica italiani, con una mostra celebrativa che inizia il 13 marzo e durerà fino al prossimo anno, ospitata presso la sede dell’Ordine. L’esposizione sarà dedicata al periodo creativo più recente dell’autore, raccogliendo una varietà di vignette apparse sia sui quotidiani, che sulle riviste negli ultimi anni.
Riccardo Marassi inizia a fare satira politica negli anni Settanta attraverso quelle che all’epoca si chiamavano “radio pirata”. Le sue prime vignette, invece, sono realizzate inizialmente solo per manifesti e volantini politici. Dal 1987 al 2017 ha lavorato come giornalista grafico al Mattino di Napoli e, in questi anni, le sue vignette, oltre che sulla prima pagina de Il Mattino, sono state pubblicate quotidianamente anche su Il Messaggero.
Ha inoltre collaborato con l’inserto “Satyricon” di Repubblica, con il Manifesto, con l’allegato de l’Unità “Tango”, e con L’Espresso. Dal 1987 al 1988 ha collaborato alla trasmissione “Big” su RaiUno, condotta da Piero Chiambretti e Daniela Goggi. Dal 1996 al 2016 ha pubblicato le sue vignette su Linus.
Durante gli anni Novanta, e lungo tutto il periodo di Tangentopoli, il suo lavoro si caratterizza per vignette particolarmente “velenose” sugli inquisiti dal Pool di Milano. In quel periodo Ugo Intini, sull’Avanti, lo definisce “vignettista – giustizialista”. Non meno tenero l’allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga che nel 1992, a seguito di una lunga serie di vignette su di lui, definisce Marassi e Il Mattino “sacche di socialismo reale”.
Marassi non è un caricaturista, i suoi personaggi generalmente riescono a somigliare all’originale solo con pochi tratti, appena sufficienti a identificarlo. Nelle sue vignette, quando non compaiono i personaggi più noti della politica nazionale, vi sono quasi sempre due omini.
“I suoi tipi sono senza tempo, grandi nasi, occhi sghembi e forme sinuose e tondeggianti, restano spalla e battutista generici ma non sono meno efficaci. Come i suoi politici, debordanti nell’obesità, ai limiti dell’imperfetto per rendere quella deformità fisica speculare all’anomalia morale e alla totale assenza di etica che si vuole raccontare” (Tiziana Cozzi/La Repubblica).